Madeline
Basta vedere un disegno, uno a caso, e si capisce subito che si tratta di Madeline, la piccola collegiale di Parigi con cappello e cappottino giallo, nata ben SETTANTANOVE anni fa. Dovrebbe essere un personaggio barboso e antiquato, una bimbetta timorosa d’altri tempi, abituata alla mitezza e all’obbedienza. Una sorta di Principe Frollo al femminile, ma senza il bombardamento di lentiggini in faccia.
Invece Madeline somiglia tutta a me, è una pioniera delle anti principesse e potrebbe benissimo fare Pasticcio di secondo nome.
In an old house in Paris that was covered with vines,
lived twelve little girls in two straight lines
They left the house, at half past nine…
The smallest one was Madeline.
C’è della bellezza in una storia tutta disegni e tutta in rima che si snoda da un secolo all’altro senza perdere fascino. Le illustrazioni si allungano per trascinarti all’interno del libro e la lettura ad alta voce incanta come una musica. Noi abbiamo letto in versione originale e, si sa, l’inglese è una lingua con un ritmo tutto speciale. Le avventure sono semplici, adatte a bambini anche piccoli, e con qualche spiegazione si riesce ad intuire quello che succede pur senza essere poliglotti.
Tutto comincia con dodici bambine, in fila per due davanti all’ingresso di un collegio di Parigi. Sono quasi identiche tra loro, non possiedono caratteristiche fisiche distintive, non hanno neppure nomi.
Tranne una. È la più piccola, l’ultima della fila, con un caratterino niente male. Vivace, curiosa, temeraria, sveglia: è Madeline. In un periodo in cui le fanciulle dovevano avere un atteggiamento dolce e remissivo, dedicarsi a faccende femminili e mantenere un educato riserbo, l’autore inventa una protagonista con tutt’altre caratteristiche, suggerendo che forse non c’è nulla di sbagliato nell’essere intraprendenti e coraggiose.
Forse perché l’autore stesso, Ludwig Bemelmans, era uno spirito libero e pervaso dal sacro fuoco della creatività. Spaziò nel mondo della scrittura, dai romanzi ai libri per bambini, alla sceneggiatura, e nel mondo dell’arte, dai murales, alle illustrazioni, ai dipinti a olio che ancora trovano posto nel Metropolitan di New York e nel Museo Nazionale d’Arte di Parigi. Madeline, la sua invenzione più riuscita, è diventata una bambola, un film, una borsetta, persino un poncho per la pioggia, è saltata da un secolo all’altro, ma non ha mai smarrito la magia che l’ha resa famosa.